mercoledì 10 giugno 2009

Europeisti?

Molti dicono che l'Europa, per usare un eufemismo, non serve a un cazzo. Uno oggi in tivvù ha detto, un politologo o giù di lì, che le elezioni europee sono un enorme sondaggio. Enorme, per chi non l'avesse capito, stava per costosissimo.

Beh, da un certo punto di vista, l'Europa è un aggeggio che raccatta soldi per ridistribuirli in giro a cazzo. I metafisici "fondi europei", tra cui i FAS. Ogni tanto si lamenta di qualcosa che non va bene, ci fa una multa, e poi tace per un po'. Si fa difficoltà a sentirsi italiani, figuriamoci europei.

Stavo ad un dibattito sul nucleare un po' di tempo fa. C'era un gentile professore, ingegnere nucleare, che sosteneva le ragioni dell'energia atomica. Poca massa, tanta energia. E=mc^2. Allora gli ho chiesto: "Ma lei, quando pensa ad un'Italia nucleare, pensa anche ad un ciclo industriale del combustibile, e ritiene che questo la renderà indipendente energeticamente?"
Lui candidamente: "l'indipendenza energetica è una chimera, il mercato dell'energia deve diventare mondiale, bisogna che si smetta di pensare a nazioni autosufficienti. Alla peggio, tocca diversificare il più possibile e sperare in bene".

Appunto dico io, l'Europa. Siamo arrivati al punto che le nazioni non decidono più nulla, perché se toppa Wall Street, toppa tutto il mondo. La reazione più logica sarebbe mettersi insieme tutti, cominciando dall'Europa, e darsi un governo globale, per completare la globalizzazione economica che è già un fatto.

Alla fine della fiera, al contrario, chi vince sono gli "euroscettici", quelli che pensano che rintanarsi in casa e sbarrare la porta sia la soluzione migliore. Mi ricordano quegli sciroccati americani che si costruiscono un rifugio antiatomico con tanto di provviste, filtraggio dell'aria e armi a volontà, aspettando che la storia li liberi dal fastidio di convivere col resto dell'umanità.

C'è da esser stupidi davvero, a pensar così, invece di aver le palle d'affrontare il mondo e plasmarlo al meglio, nella maniera più efficiente. Parlare di nazioni è una roba medievale, molto romantica, ma una vera bufala. Se chi comanda è la moneta, l'economia, e l'economia non sta a guardare le frontiere, mi spiegate dove stanno le nazioni?

Qualche cristo sperso ha detto qualcosa a riguardo durante la campagna elettorale? Se sì, io me lo sono perso.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti dirò che per me è molto più facile sentirmi europeo che italiano...

ShadowRider ha detto...

Sarà che spesso non mi riconosco affatto nei miei 'compatrioti', ma pure io preferirei sentirmi europeo che italiano.

Non sto nemmeno a commentare sul discorso dell'autosufficienza energetica (e industriale): sono d'accordo con quanto espresso nell'articolo. Il fatto che ogni Stato cerchi di produrre la propria energia da solo urla "SPRECO" a pieni polmoni...

Quanto alle cause del diffuso euroscetticismo, ce ne sono molte contingenti (non ultima i politici irresponsabili che alimentano e cavalcano le paure e gli istinti più bassi per tornaconto elettorale...), ma secondo me la causa profonda è che noi esseri umani, per quanto a qualcuno non piaccia ricordarlo, alla fine siamo primati. Scimmioni, per dirla terra-terra. L'evoluzione ci ha dato un linguaggio più articolato e maggiore autoconsapevolezza, ma in fondo restiamo animali, e come quasi tutti gli animali ragioniamo in termini di branco o di tribù: la mia tribù è OK, le altre tribù non sono OK. Siamo a stento riusciti, nel corso di millenni, a estendere il concetto di 'tribù' da 20-30 individui alle 'nazioni' (e nemmeno del tutto, vedi alla voce 'terrone'...), temo che il 'salto' all'idea di Europa sia eccessivo per troppa gente.

Secondo me c'è un collegamento anche con le paure irrazionali di certi complottisti (il "NWO" e tutte quelle altre balle...), ma lasciamo stare...